Dico sempre alle aziende in aula (tengo corsi di comunicazione low cost) che mi chiedono se lasciarsi o no travolgere dall'onda dei social media: attenzione, ad aprire una pagina Facebook o un profilo Twitter ci si mette due minuti. Poi però bisogna gestire l'apparecchio, esser capaci di farlo volare, avere la saggezza, l'esperienza e il buon senso per parlare con voce umana, tollerante e paziente (e anche, sì, commerciale, ma non basta...) ad altri esseri umani.
Non son cose da dare in mano al ragazzotto che smanetta sul computer perchè ci è nato dentro (un caso di plateale incompetenza mi è capitato di recente: uno che si auto-proclama "web marketing specialist" e non sa neanche scrivere un comunicato stampa - lo so perchè il "comunicato" era destinato a me: sono anche giornalista).
La comunicazione bisogna saperla fare, perchè gli errori si pagano e sul web resta traccia di tutti gli scivoloni più o meno gravi.
Guardate cosa succede oggi a un brand famoso come Patrizia Pepe: per via della foto di una modella quasi anoressica (che non ripubblico qui perchè francamente poco edificante) le persone che gestiscono i social media dell'azienda si sono messe a litigare con i fan.
La cosa è stata ripresa da molti blog, potete leggere alcuni interventi qui, qui e qui.
Cara Patrizia Pepe, cari brand più o meno noti, care aziende piccole medie e grandi: non si litiga con i fan sul web! In nessun caso e per nessuna ragione. La cortesia prima di tutto. E' come invitare gli ospiti a casa propria e cacciarli fuori a calci.
Ospiti che sono poi gli stessi che comprano i vestiti, che pagano le fatture e, in ultima analisi, anche i "social media experts" e i "web marketing specialists".
PS Non c'entra niente, ma gli abiti di Patrizia Pepe non mi sono mai piaciuti. Troppo "sciuretta che vuol fare la sexy". Il mio stile è Anthropologie.com...ragazze, lustratevi un po' gli occhi (peccato non si trovi in Italia.. ma per fortuna c'è l'e-commerce). Giusto per non dare una soddisfazione a Patrizia Pepe, la foto che pubblico è di una bellissima camicia di Anthropologie.
AGGIORNAMENTO - 14 APRILE 2011 ore 10,00
Guardate un po' cosa mi scrivono su Twitter questi "simpaticoni" di Patrizia Pepe.
Una scusa per promuovere Anthropologie? che non esiste in Italia e non mi paga certo per la mia segnalazione? semplicemente, sono gli abiti che vesto e che amo...e sicuramente da ora in poi, anche se mi venisse l'insana voglia di comprarmi qualcosa di Patrizia Pepe (sì, non sono solo un'utente Twitter, una blogger, una docente e una giornalista: sono anche una donna, una consumatrice, una che i vestiti li compra, li paga e li indossa) mi blinderò il portafoglio.
Conclusione: questi di Patrizia Pepe non hanno capito niente. Mi viene il sospetto che forse chi scrive non è un dipendente dell'azienda o di un'agenzia esterna, ma qualcuno molto in alto, forse il proprietario stesso, perchè non vedo quale folle rischierebbe il posto di lavoro commettendo delle leggerezze simili.
Questo (o questa) si sta alienando un'intera categoria di consumatori.
Per tornare sul frivolo: non è una meraviglia questa camicia gialla? semplicità, finezza, cura del particolare. Non l'ho potuta comprare: la mia taglia non c'era più.
Anzi guarda cara Patrizia Pepe: adesso pubblico un'altra foto del mio brand preferito. Giusto per darti un po' fastidio.
AGGIORNAMENTO 15 APRILE.
L'azienda ha pubblicato un post di scuse (ognuno tragga le sue conclusioni....).
Segnalo anche il post di uno che di web se ne intende, Vincos, che sottolinea i rischi dell'approccio dilettantesco alla comunicazione in rete e mette in guardia chi pensa che incaricare dei social media un paio di stagisti o comunque persone con poca esperienza, sensibilità e formazione sia una strategia perseguibile.
Davvero Federica.
Anche io, che porto la 44, sono un po stufa di vedere dei riferimenti di modelli femminili improbabili...peraltro vorrei sapere se gli uomini trovano attraenti queste donne-stecchino.
Dovremmo tutte coalizzarci e boicottare chi impone standard malsani e innaturali (non tanto per noi ma per le nuove generazioni).
Sembrano frasi fatte, ma vi garantisco che non lo sono.
Il confronto tra la propria figura e quello che dovrebbe essere è quotidiano, martellante e continuo.
Scritto da: Cristina Mariani | giovedì, aprile 21, 2011 a 11:03 m.
patrizia pepe si è difesa dicendo che la modella porta una 42, io porto una taglia 42 e non ho delle gambe così scheletriche!! conoscete fashionis? è l'unico outlet online che usa come modelle per i suoi capi delle persone normali (ovvero non anoressiche)..quelle si che portano una 42!! tutti gli altri continuano a dire belle parole contro l'anoressia ma alla fine i risultati sono queste campagne..che schifo!!bravo fashionis invece..è l'unico che ha il coraggio di dare messaggi davvero positivi e usare un modello di donna sano e normale!!
Scritto da: federica | giovedì, aprile 21, 2011 a 10:45 m.
Però lo ricorderemo sempre questa cosa di un brand che quota un cliente per provocarlo sfotterlo su twitter!!!
Scritto da: Filippo Berto | giovedì, aprile 14, 2011 a 05:58 p.
Bellissimo e soprattutto, utilissimo post!!!
Grazie
Scritto da: Luciano | giovedì, aprile 14, 2011 a 09:33 m.
grande Cristina! Come sempre attentissima a tutto quello che sta in circolazione.
E allora ti segnalo il debutto del nostro sito per le scarpe di lusso: www.salvatoreprocopio.com, così ne approfitto anche per segnalarlo ai tuoi tanti lettori ringraziandoti per l'ospitalità.
Faccio anch'io PP ma non voglio fare la figuraccia di Patrizia Pepe!!!
ciao
Paolo
Scritto da: paolo pugni | giovedì, aprile 14, 2011 a 05:25 m.
"Giusto per non dare una soddisfazione a Patrizia Pepe"
LOL :)
Scritto da: Ludospagn | giovedì, aprile 14, 2011 a 12:01 m.